GF GIORDANA – 26/06/2011
Domenica 26 giugno: appuntamento da non perdere per tutti coloro che amano questo nostro splendido sport e che desiderano essere parte di un importante pezzo di storia del Giro d’Italia e di tutto il ciclismo. Alle 7.30 del mattino prendeva il via una delle più blasonate gare del panorama granfondistico italiano: la Gran Fondo Internazionale Giordana. Il nome non dice nulla a chi non ne conosce il passato, ma noi, che siamo avvezzi alle imprese ed alle grandi fatiche, lo sappiamo, questa é la ex “Gran Fondo Internazionale Marco Pantani”, nata 6 anni fa con la benedizione dei genitori del compianto Campione di Cesenatico, sui luoghi e lungo le salite che hanno visto nascere la Stella del grande Marco. Gavia, Mortirolo e Santa Cristina, sono nomi che tutti noi appassionati conosciamo e che suscitano in ognuno terrore ed ammirazione al tempo stesso. Purtroppo, quest’anno, le strade dei famigliari di Pantani e degli organizzatori hanno preso strade diverse, togliendo alla manifestazione quel fascino che il nome del Campione romagnolo gli dava, con quell’immenso, lungo serpentone di maglie, ogni anno celebrative di un momento della vita sportiva di Pantani, tutte eguali, tutte con nello sfondo la foto di Marco. Questa é la vita, nulla é per sempre; resta comunque sempre il fascino della fatica e dell’impresa che ti restano ogni qualvolta puoi dire di aver scalato Gavia e Mortirolo.
Ecco, domenica 26 giugno, 5 temerari Cooperatori-Scott, si sono presentati, appuntamento alle 7.30, ai nastri di partenza, nel centro di Aprica, pronti per l’ennesima impresa. I loro nomi sono: Luca Andreoli, Roberto Camorani, Stefano Manzotti, Alberto Pigozzi e Francesco Torreggiani.
Ma parliamo della gara: al via circa 3000 atleti, ricordiamo infatti, che la gara era valevole come 6a ed ultima prova della Coppa Lombardia, alle quale Camorani ha partecipato, saltando solo la GF GS Alpi di Sondrio. Una veloce discesa, anche se a velocità controllata, portava i concorrenti, sino a Ponte di Legno, alle pendici della prima terribile fatica di giornata: il Passo Gavia, 18 interminabili km con lunghi tratti sopra il 10% di pendenza, ed una media, che tolto il tratto iniziale, non scendeva mai sotto l’8%. Nell’ultima parte dell’ascesa faceva da contorno alla fatica un paesaggio incantevole e, mano a mano che si saliva oltre i 2000 mt, la soddisfazione per avercela fatta ancora una volta, prendeva il posto all’incedere lento delle ruote sull’asfalto. In vetta si trovavano per la prima volta, tutti insieme 4 dei nostri Cooperatori: Camorani, Andreoli, Manzotti e Torreggiani. E il nostro Pigozzi? Lui davanti a tutti, inseguiva un sogno, quello di ripercorrere le gesta di Marco Pantani, compiendo una degna impresa.
Passato il Gavia, ed il nutritissimo primo ristoro di giornata, i nostri 4 eroi si sono buttati giù a precipizio nella lunga discesa che portava il plotone a Bormio. Da qui verso Mazzo di Valtellina un lento incedere nell’attesa di arrivare alle pendici del “Mostro”: il temutissimo Mortirolo. E dopo una veloce fermata al più importante ristoro di giornata, 12,5 km di ascesa, a volte dentro il bosco, a volte sotto il sole cocente. 34° la temperatura massima di giornata: una vera condanna che si sommava alla fatica della salita. 32 i tornanti, scanditi ad uno ad uno dai cartelli, in un atroce conto alla rovescia, così come il susseguirsi dei cartelli che indicavano quanti km mancavano alla vetta, con l’indicazione della pendenza media e massima di quello successivo. Tanti corridori a fermarsi stremati dalla fatica, tanti altri scesi di sella a spingere la propria bici, arresisi alle temibili rampe spesso al 18%-20%, che caratterizzavano l’ascesa dal 3° al 9° km.
Ed i nostri: dopo le prime rampe i giovani Cooperatori, hanno “lasciato lì” il vecchio e stanco Camorani, che aveva sulle gambe ancora l’altimetria della Sportful disputata solo la domenica prima, Manzotti e Torreggiani per lanciarsi verso il S.Cristina, Andreoli, evidentemente più stanco ed appagato dal proprio risultato, per fermasi al traguardo dell’Aprica. E Pigozzi? Lui era già al traguardo, raggiungendo un risultato a dir poco eccezionale, 51° assoluto, 12° di categoria, in un tempo abbondantemente al di sotto delle 6 ore: 5 ore 44 minuti 49 secondi, da stropicciarsi gli occhi per l’incredulità. Il nostro Alberto, fa rima con Campione, paragonabile ad un altro Alberto, Contador. E’ lui il nostro grande eroe di giornata, il Contador della Cooperatori-Scott. Un plauso per l’impresa compiuta ed un tributo che a fine stagione gli dovremo rendere. Non c’é dubbio dove c’é una salita con la S maiuscola c’é Alberto Pigozzi a “spianarla”.
Ed i nostri altri 4 eroi, dove sono finiti? Tutti hanno terminato, ognuno con il proprio tributo di sudore e di fatica, tutti hanno centrato il proprio obiettivo di raggiungere il traguardo, con nell’ordine Camorani davanti ad Andreoli, forse persosi all’ultimo ristoro, nel medio (155 km), Manzotti e Torreggiani appaiati nel lungo (175 km), tutti con un dignitoso risultato e l’orgoglio di dire: “anche per quest’anno Gavia e Mortirolo ce li siamo messi alle spalle”.
Ho fatto questa Granfondo nel 2007, quando in 7 abbiamo conquistato il Prestigio…avevo promesso, se fossi diventato ricco, di comprare il Mortirolo e spianarlo, per farci un parcheggio! Non si arrivava mai…è stata terribile, ma splendido è stato l’arrivo con gli altri compagni di viaggio quando insieme abbiamo tagliato il traguardo, perciò capisco bene cosa avete provato.
Complimenti a tutti voi, e una menzione per Pigo, perchè su quelle rampe terrificanti ha fatto veramente vedere chi è e cosa può fare! 51° assoluto…veramente grande…lo vogliamo ancora più in alto!!!
grazie x la menzione, immeritata xò. La predo come stimolo x lavorare meglio e cercare di recuperare un po’ di stile in discesa visto che quest’anno è veramente uno schifo.
Dati oggettivi alla mano (watt e cadenza), sul Mortirolo sono salito con un wattaggio medio non esaltante ma soprattutto 61 di cadenza media; cadenza troppo bassa che sicuramente ha ridotto un po’ la resa complessiva; per le mie gambe attuali il 39 x 29 sul mortirolo non era il massimo.
Mi associo ai comlimenti fatti dal profeta, e da parte mia vi dico che non vi ho invidiato neanche un po’. Io dopo quella GF ho giurato che sul Mortirolo non ci tornero’ mai piu’, andare in bicicletta deve essere sì un’impresa ed un divertimento, ma quando come per il Mortirolo uno di questi due valori viene meno penso che fatiche del genere non rientrino nello spirito del ciclismo. Detto questo rinnovo i complimenti a tutti perche’ penso che, a parte il Mortirolo, affrontare salite mitiche come il Gavia con i suoi imperdibili scenari sia un’ambitissimo traguardo come puo’ esserlo terminare una GF come l’ex Pantani ora Giordana, bravi raga. P.S.: avete visto i tempi dei primi alla cronoscalata del Mortirolo? non ho parole…