Granfondo Giordana – APRICA 24/06/12
Si è concluso il coppa lombardia sulle mitiche cime che videro trionfare e consolidare il mito di Marco Pantani. Sabato 23.06.12 si parte in ordine sparso verso la leggenda, siamo tutti euforici il meteo promette bene, le gambe toniche al punto giusto il morale è alto , ci ritroviamo a sera tutti a tavola e da buoni atleti consumiamo 5/6 kg di Pizzoccheri ( due teglie sono arrivate in camera per eventuali spuntini notturni ) e una mezza vacca rigorosamente di razza Valtellinese , vino rosso locale abbondante e qualche verdura dell’orto giusto per mantenere il rapporto proteine carboidrati ai giusti livelli , passeggiatina per la digestione, birretta e poi tutti in branda non senza aver isolato adeguatamente i russatori. Domenica 24/06/12 Aprica ore 7.30 i cooperatori sono pronti, ognuno con i propri dubbi e poche certezze ad affrontare l’appuntamento che vale la stagione GAVIA ,MORTIROLO, S. CRISTINA . Si parte a velocità controllata ( finalmente veramente controllata ) in discesa verso Edolo dove ha inizio la sfida . Si inizia subito a salire verso Ponte di legno ed esclusi i fuoriclasse si pedala tutti al risparmio fino all’attacco del Gavia dove cominciano a prevalere gli antagonismi e promesse del tipo saliamo insieme effettuate il giorno prima non hanno più alcun valore. Raggiunta poi con fatica ed orgoglio la cima si controlla solo per proforma la presenza o meno dei compagni e si da inizio al tuffo verso Bormio ( 30 km ad una media di 70 km all’ora con curve, controcurve, frenate, e lunghi rettilinei ) nel centro di S.Caterina poi con il fondo di ciottoli vibrano anche le orecchie , arrivati a Bormio occorre cercare la ruota giusta per non faticare nel percorrere i km che separano da Mazzo ma anche la discesa ha fatto selezione e ci si accontenta di quello che rimane la temperatura è di tutto rispetto 27 / 30 gradi e i kilometri cominciano a farsi sentire nell’avvicinarsi a Mazzo il gruppo comincia a rallentare come se tutti volessero nascondersi e scomparire ma la strada non da scampo e alle 12.00 proprio per il fresco siamo di fronte alla sbarra che segna l’inizio dell’inferno ( Passo Mortirolo km 12 pendenza media 12% max 18 %) si contano i 32 tornanti ci si dimentica che la bicicletta ha una sella ( optionals inutile ) si incontrano sirene che annunciano un tratto dove respirare ( inesistente ) si invidiano quelli che decidono di continuare a piedi ( senza scarpe ) e non lo confesseranno mai neanche sotto tortura poi si intravede il monumento a Pantani il numero dei tornanti scende sotto il decimale si cercano rapporti mai montati “ a me non serve vedrai è sufficiente il 25 “ e finalmente compare dopo l’ennesimo tornate il pallone del GPM ( Dalla fatidica sbarra sono passati 1 ora e trenta minuti di sofferenza pura ) ma non è finita le gambe non credono alla vista e bisogna convincerle per proseguire fino alla meta dove un agognato ristoro fornisce anche il posto branda. Dopo venti minuti gli addetti ti cacciano dal ristoro e ti rimettono sulla bicicletta , si seguono le indicazioni Aprica nei gruppetti formati in strada nessuno vuole fare l’andatura si pensa alla prossima fatica il S.Cristina ( ma devo proprio farlo ) poi il passaggio all’Aprica con la musica e gli applausi ti convincono proseguo !! i 20 km del S.Cristina sono trance pura non ricordi nemmeno le curve ( eppure le avrò fatte ) solo il suono che proviene dall’arrivo ti indica la direzione da tenere per concludere una giornata di fatica e di puro orgoglio. All’arrivo un ruttino mi ricorda che è terminata anche la digestione dei Pizzoccheri.
GF INTERNAZIONALE GIORDANA 20 GIUGNO 2012 EROI
La versione del Capitano…
Aprica:15 Intrepidi Cooperatori si presentano puntuali all’ ultima prova di Coppa Lombardia C- Performance 2012
3 i percorsi da affrontare : il corto di 85 Km che affronta il Mortirolo dal versante piu’ abbordabile (Monno) e il severo Santa Cristina come salita finale, il medio ed il lungo rispettivamente di 155 Km e 175 Km molto molto selettivi, per il medio Passo Gavia 2.621 mt di altitudine (un gigante mitico per tutti gli appassionati di ciclismo, un affascinante salita di 17 Km con panorami mozzafiato) poi Passo del Mortirolo (una vera rogna,solo il nominarlo incute paura, 12,4 km di vera sofferenza con punte al 20% ed una media dell’11% c/a), per chi scelglie il lungo la ciliegina sulla torta e’ il Santa Cristina (gli ultimi 3 Km in quanto a pendenze non hanno niente da invidiare al Mortirolo). Il quadro e’ fatto… davvero una gran bella giornata!!!ragazzi. Ma i nostri 15 sicuramente non si faranno impressionare. In testa al gruppo 3 sono da menzionare perche’ sono li’ per cercare di entrare nella storia del Coppa Lombardia: Claudio Colli deve difendere il primato in cat. M5 nei percorsi medi, Ferretti Jaures sempre nei medi e’ detentore della prestigiosa maglia nera e cerchera’ con i denti di portarla a casa, mentre Fausto Fornaciari (ancora non al top dopo la caduta alla Tre Laghi) ha il duro compito di soffiare il primato di cat. M5 nei percorso lunghi al capoclassifica Pizzaballa. Ore 07.30 partenza a velocita’ controllata fino ad Edolo poi si aprono le danze sotto un meteo decisamente splendido e come direbbe il Falco Savoldelli…. A VOIII!!!!!!! Non staro’ a raccontarvi tutta la gara dei nostri 15, anche perche’ per raccontare tutti gli aneddoti mi ci vorrebbe una giornata, ma vado ai fatti salienti: Il prode Ferretti decide in mattinata che il medio e’ al di sopra delle sue possibilita’ e che alla fine della giornata vorrebbe riabbracciare la moglie e gli amici …, pazienza, addio maglia nera su cui io contavo tantissimo. Fausto ce la mette tutta ed e’ nel gruppo dei migliori, ma a meta’ Mortirolo dopo aver lasciato dietro il Pizzaballa (che non e’ quello della mitica ed introvabile figurina Panini degli anni 60) si avvede che una spia rossa gli si accende sul manubrio, deve calare il ritmo per non saltare, farsi riprendere ed arrivare comunque in un ottima sessantaquattresima posizione assoluta e 5° di categoria (niente male per uno che si e’ autodefinito un rottame), ma purtroppo dietro al Pizzaballa …… vabbe’ Fausto se io andassi forte come un rottame come te potrei raccontare le mie imprese ai nipotini, quando ci sarranno, rimani per me sempre un mito ed un esempio per tutti noi. Claudio invece forte del primato e del punteggio aquisito si limita a controllare gli avversari, dispuntando comunque una bellissima prova non si fara’ scappare nessuno,alla fine sara’ settantasettesimo assoluto nel medio e 6° di cat, ma la Maglia Rosa di capoclassissica e’ sua e sara’ presto esposta in sede. E gli altri ? Partiamo dal percorso lungo, dove i nostri inossidabili M7 Cavatorti e Gualerzi inellano due ottimi piazzamenti 9° e 10°, eroi scolpiti nel marmo , detto fra di noi io non so’ come facciano, da premiare. Come da premiare saranno anche i piu’ giovani Ascari “camoscio” e Fontanesi “una garanzia”. Nel percorso lungo un Monumentale Andrea Magnani si toglie qualche sassolino dalle scarpe, 19° e dico 19° assoluto e 4° di cat. M2 a soli 18 minuti dal vincitore, Magno vai piu’ forte adesso di quando eri dilettante !!! E che dire di un certo Loris Caselli che in sordina e con rapporti forse non troppo consoni per affrontare un GF del genere si piazza 129° assoluto e 3° di cat. M6… “spaccamontagne”, pochi min. prima arriva un’altro grande eroe di giornata 115° assoluto Matteo Zanetti che tolto il body da crono va’ ugualmente forte anche in salita in vista di una Marmotte da protagonista. Poi ecco da menzionarne un’altro che tutte le volte ne combina una delle sue … ,Mauro Salsi, che partito per il lungo deve accontentarsi di passare la linea d’arrivo a piedi del medio a causa della rottura del forcellino del cambio dovuto a troppa esuberanza nel cercare di passare il nemico ed alla fine e’ andata bene così, caduta evitata e 6° di cat. M6, consiglio per la prossima uscita una ridente cittadina ai piedi dei Pirenei, potrebbe far bene. Bravissimi anche Daniele Ferrigno, Claudio Maccari, Pietro Rocchi e Davide Bendotti…. “arcigni “. Non mi sono scordato di Cesare ??? No, ma lui e’ stato titubante sino alla fine, ci torno ? non ci torno ? poi alla fine ha vinto il ci torno e questo ha voluto dire 8° posto di cat. M8 ed il Mortirolo domato un’altra volta, trovate voi come definirlo, io comunque debbo solo inchinarmi a Cesare Valentini. Il corto, il corto per definizione ma non certo per durezza, certo non era paragonabile agli altri due percorsi ma comunque di tutto rispetto, e cominciare ad affrontare il mondo delle GF come ha fatta la nostra neo-iscritta Gabriella Gambarelli e’ l’equivalente a dire … fatta questa o si continua ad andare in bici o si smette, io personalmante anche se non conoscendola bene opto per la prima ipotesi e le dico brava a nome di tutti i Cooperatori… chi ben comincia e’ a meta’ dell’opera,da emulare, “volitiva e tenace”, bravissima continua’ così e se qualche volta uscissi anche in gruppo ne saremmo onorati. Bravi anche gli “angeli custodi” William Beltrami e Jaures Ferretti . Ultima menzione anche a due grandi della nostra compagine, ultimi ma non ultimi, gli “inseparabili”( non come i pappagallini ), Roberto Camorani e Diego Roberi, ce ne fossero come voi. La giornata e’ finita? No cari miei perche’ … ciliegina sulla torta … con il sestultimo piazzamento assoluto sul percorso medio, dopo averla persa perche’ Ferretti l’aveva lasciata vacante, il MITO DAVIDE BENDOTTI riacciuffa la maglia nera e ce la porta a casa. Non ho parole ….. il vostro “capitano”. A VOIII!!!
24/06/2012 GF Valli Parmensi
Buona prestazione nel medio di Reggiani Enrico Maria 9° di cat. Junior e 57° assoluto, mentre Iafulli chiude la sua prestazione 100° assoluto.Nel lungo Castagnetti Alessandro bissa la 57° posizione assoluta di Reggiani e Camellini Igor ben si comporta chiudendo 188°.
Se avessi fatto l’esame di maturità dopo questa esperienza avrei portato un saggio sul L’infinito di Leopardi, trasposizione poetica delle fatiche della scalata del Gavia e il mio migliore incubo ossia come vivere il Mortirolo da Mazzo. Perchè la salita del GAvia è stato per me l’ermo colle, 17 km lunghi, lunghi in cui i sono riproposto di guardare anche il panorama piuttosto che lo scorrere della ruota nateriore. E quella galleria in cui non riuscivo a vedere dove poggiavano le ruote e il panico dell’ignoto mi assaliva ad ogni pedalata. “tra quella immensità si è annegato il pensier mio” guardando l’implacabile aumento dei metri di dislivello. Per fortuna compagnie occasionali , ma sempre preziose ed utili mi accompagnato sino al passo. La discesa non è stata delle migliori come riportato nella primo capitolo di questo resoconto: troppe le motociclette che salivano.
Il Mortirolo lo ricorderò, eh si, è e sarà solo ricordo, mai più, come la vittoria della mente sul corpo. Fatta tutta senza piede a terra, escluso il ristoro, senza consumare il fondello dei pantaloncini. Senza parlare io che del logorroico sono esponente di spicco, bere con sforzi di equilibrio, più avanzavano i kilometri più mi spiattellavo sul manubrio, ma continuavo a leggere i cartelli dei -6, -5 , -4… Come quando viviamo un incubo durante il sonno che arriva al punto di tensione tale da svegliarci, così è arrivato quell’arco, quel tappeto con il suo odioso BiiiP, quel ristoro a cui ho reso onore scolandomi una botte di coca cola.
Ancor oggi le gabe mi dolgono, non vorrei proseguire nella vena poetica con i sepolcri del Foscolo, pertanto chiudo e preparo la bici; per cosa ?
La marmotte, ovvio. E qui rispolvero Beethoven: inno alla gioia.