Granfondisti – GF Dolomiti Classic

8 Settembre 2013
Alberto Pigozzi “Contador” Pigozzi a Les Deux Alpes e alla Dolomiti Classic di Arabba
Agosto è tempo di ferie e molti ciclisti staccano la spina magari dopo aver terminato uno dei tanti circuiti che propongono gare sin da febbraio e marzo. In realtà settembre è un mese in cui troviamo presenti ancora un buon numero di proposte per chi vuole pedalare cimentandosi anche in prove dal dislivello elevato.Il nostro Pigozzi è uno di quelli che parte piano con la stagione e fino a maggio raramente si fa vedere in giro col numero piantato sulla canna del manubrio ma con l’avvicendarsi della stagione estiva ci prende gusto e quando il dislivello si presenta importante … spesso si fa trovare ai nastri di partenza.
Abbiamo fatto alcune chiacchiere con lui e ci ha detto che per motivi di lavoro spesso è costretto a cambiare domicilio, riorganizzarsi con la routine e prendere la misura con il nuovo ambiente; di solito le consulenze che lo portano lontano da Reggio Emilia cominciano all’inizio della primavera per cui marzo, aprile e inizio maggio sono sempre mesi un po’ “complicati”, in cui la voglia di fare trasferte è bassa. Poi l’incognita meteo in questi mesi è sempre elevata e al nostro non piace pigliare freddo ed acqua; i dislivelli proposti non sono sempre elevati, per cui … la stagione per Alberto inizia a fine giugno con la Giordana, cui segue un luglio abbastanza denso, qualcosa ad Agosto, se si trova qualche corsa e si conclude a metà Settembre con la GF Avesani a Verona. A fine agosto il nostro portacolori si fa una bella trasferta in Francia a Les Deux Alpes per testarsi sulle salite intorno a Bourg D’Oisans, gran fondo abbastanza impegnativa, svoltasi il 25 agosto 2013. Alleghiamo planimetria e altimetria e qualche dettaglio per questa gara che non fa numeri di partecipazione elevatissimi ma ha comunque un discreto livello qualitativo. Organizzazione abbastanza spartana che non si addice a chi pretende il rifornimento al volo o la salsiccia anche al primo ristoro e pasta party non di primissimi livello. I luoghi in cui si pedala sono però decisamente belli, con vallate molto ripide e selvagge e manto stradale in buono stato. Ricezione turistica a Les Deux Alpes che non ha nessun problema ad assecondare ogni richiesta, con il nostro portacolori che trova un piccolo monolocale per sostare sin dal venerdì nella località.
 
La Gara è di 140 km con 3.400 metri di dislivello localizzati sulle seguenti salite:
Col D’Ormon: 11.4 km 5.6% media
La ville: 6.1 km 4.7% media
Chemin de la Montagne du Grand Serre: 3.1 km 8.1% media
Alpe D’Huez (5 tornanti) + salita Balcony 8.7 km 6.3% media
Les Deux Alpes da Freney D’Oisans 10.5 km 6.3% media.
Di seguito il racconto dettagliato del “nostro”:
Partenza alle 8 del mattino da Les Deux Alpes e non fa troppo caldo, saranno 8 gradi anche perchè il giorno prima ha piovuto nel pomeriggio. Primi km in discesa fino a Freney D’Oisans dove ci si assembra e si aspetta la partenza ufficiale. L’atmosfera è diversa dalle gran fondo italiane dove un tratto così di trasferimento sarebbe stato pericolosissimo per la frenesia di passare davanti e partire in primissima fila; qui si scende tranquilli cercando di non prendere troppo freddo e badando alla strada umida. Ci si raggruppa, passano 5 minuti di relax e poi si parte, forte, perché comunque c’è un percorso corto che devierà dopo pochi km per proporre le ultime due salite del lungo.
Si arriva a Bourg D’Oisans, ovunque ti giri ci sono cartelli di salite rese celebri dal Tour, in pochi km non c’è che l’imbarazzo della scelta. La gara invece prosegue verso Allemont per deviare a sinistra ed affrontare il Col D’Ormont; qui prima accellerata del gruppo di testa, andatura non molto regolare con la salita che viene presa subito ad alto ritmo. Li lascio andare e rientro sui primi dopo alcuni km quando hanno finito la sparata iniziale. Discesa larga e senza problemi e gruppo dei primi compatto; saremo al massimo una trentina che prosegue verso il Grand Serre con tratti in valle dove si tende a salire. Pochissimo traffico e valli attorno di un verde scuro, temperatura che non supera i 14 gradi e forte vento contrario per cui cerco di stare il più coperto possibile. Ultimi tre km prima dello scollinamento di Grand Serre dove i top rider riaccendono il gas ma complice un forte vento contrario non riescono a scremare più di tanto il gruppetto per cui tengo. Discesa per la valle piuttosto lunga e stavolta la strada è molto più stretta, ripida e umida. Perdo qualche metro ma non sono da solo e quindi rientro nei primi km di fondovalle a salire che riportano verso Bourg d’Oisans. Al km 100 circa iniziano degli scatti nel gruppo, messi in atto da alcuni concorrenti che cercano di avvantaggiarsi sugli scalatori; l’andatura è tutt’altro che uniforme ma in ogni caso nessuno viene lasciato andare via e pertanto siamo una trentina scarsi a trovarci all’imbocco della penultima salita. Primi 5 tornanti (circa 2.5 km comuni alla salita dell’Alpe D’Huez) poi deviazione a destra, breve discesa e poi si sale per altri 5 km su una strada scavata nella roccia. A sinistra la roccia, a destra un muretto di cemento altro 50 centimetri, se va bene, e poi un bello strapiombo da cui si vede tutta la valle sotto, percorsa dal fiume che alimenta alcune centrali idroelettriche a bacino. Sin dai primi metri dell’Alpe si capisce che la storia è cambiata e qui chi vuole vincere la corsa, da fuoco ai motori. Mi ritrovo ultimo dopo pochi metri ma pian piano inizio a recuperare posizioni. Scollino al bivio che sto bene, ma poi non riesco a proseguire altrettanto bene negli ultimi km di questa salita e due concorrenti transalpini che avevo mirato non si avvicinano più. Nella discesa tecnica verso Freney d’Oisans li perdo. Da Freney inizia la salita per il traguardo di Les Deux Alpes: non è una salita con pendenze particolarmente dure, ma oggi non ho grandi sensazioni e non riesco a tenere potenze decenti, da dietro per fortuna non sopraggiunge nessuno per cui … penso a tenere il più possibile e conto i tornanti che arrivano alla fine. Ultimo km che è una liberazione, poi arrivo abbastanza anonimo tra due transenne ed uno striscione montato il giorno prima.
Alla fine 18° classificato ma con un conto aperto da saldare il prossimo anno con l’ultima salita. L’8 settembre Alberto invece si presenta ai nastri della Dolomiti Classic. E’ l’8° edizione e probabilmente il nostro ne ha persa solo una, la prima, poi per il resto ha sempre partecipato tirando fuori buone prestazioni sia nell’assoluta che nella categoria “giovani vecchietti”.
Alberto ci racconta:
“E’ una gara che mi piace perché qui la tattica e la capacità di farsi portare in gruppo tra una salita e l’altra non conta nulla. Inizi il Duran e finisci con il Falzarego con un menu che comprende anche Forcella Staulanza e Passo Giau. Sali e scendi e non hai tempo per pensare a pedalare in piano che già sei di nuovo a cambiare rapporto per macinare un 36-25. Parti forte sul Duran e matematico che salti sul Giau” …
….….In 140 km e 3.600 metri di dislivello hai tempo per ascoltarti dentro e capire che metro per metro le tue forze si stanno assottigliando, che il tuo corpo chiede benzina e liquidi per reidratarsi ma tu … non puoi assecondarlo completamente e ti spegni lentamente mentre affronti, se va bene, gli ultimi metri del Falzarego. Mentre sali su Passo Giau esci dal bosco e ti avvicini ai monumenti pallidi, ti accorgi che recuperi posizioni e superi concorrenti che non ci provano nemmeno a tenerti; quando vedi certe divise altisonanti che rimangono dietro, capisci che anche quest’anno ti stai difendendo bene e sei contento perché ancora una volta il Giau non ti ha respinto completamente.
Mentre sali sei tu che combatti contro la forza di gravità, e in questa prima domenica di settembre non ci sono casini di lavoro, cambi di domicilio, contratti che ti sbattono 6 mesi di palo in frasca, quando va bene, che ti complicano la vita. Non c’è nessuno che a fine contratto nemmeno ti ringrazia per quanto gli hai dato, ora sei da solo e ora che sei in gara ed il meteo tiene, fallire dipende unicamente da te, non da circostanze indipendenti dalla tua volontà. Gli squali nuotano fuori dalla tua piscina e oggi il forcone del diavolo scalatore lo hai in mano tu”.
La selezione del percorso lungo avviene già sui primi km di Passo Duran, con un gruppo di primi che si invola; ma la corsa non finisce dopo 60 km e già sulla Forcella Staulanza recupero posizioni, che si incrementano sul Passo Giau. Sull’ultima salita recupero due ulteriori posizioni anche in barba a chi porta un cognome altisonante (magari con qualche scheletro nell’armadio e che si fa pure trainare per un po’ di metri da una moto compiacente); non basta quando hai finito la benzina o ti fai trainare per tutta la salita o quando hai finito di dimostrare che sei un poveraccio ti trovi comunque a pagare il conto, salato. E oggi la strada ha detto che sei finito dietro a Pigo, nonostante tutto.
In cima a Passo Falzarego scende qualche goccia di pioggia, quanto basta per rendere un po’ viscida la discesa; gli ultimi km verso Arabba presentano un dislivello di circa 200 metri, quanto basta per renderli ostici; ultimi due km di salita leggera in cui ormai è troppo tardi per recuperare un gruppo di tre davanti, poi striscione di arrivo ed è finita anche oggi.
Agguanto per miracolo un 3° posto di categoria C (37-42), inaspettato alla vigilia visto il campo partenti, e chiudo 21° nell’assoluta. Sicuramente non è stata la mia giornata migliore in questa gara ma oggi ho dato tutto quello che potevo dare, non ci sono rimpianti.
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